Foto del Comitato Vigentino x Milano |
«Io ho alle spalle le case popolari e dalla finestra vedo i giardini di via Verro.
Questo è un quartiere così, eterogeno: abitazioni molto belle, la Fondazione Prada, una sede dell'università, che convivono al fianco dei caseggiati popolari.
E però, chi sta molto bene non vive il quartiere: lavora altrove, porta i figli in scuole fuori. Chi sta realmente qui sono gli anziani, gli stranieri, le famiglie “normali” o quelle più in difficoltà».
Così descrive il suo quartiere - il
Vigentino, periferia sud di Milano - Francesca Armoire, ex
professionista della comunicazione e ora mamma impegnata nel
volontariato e come baby sitter.
Insieme ad alcuni amici aveva battuto la zona durante la campagna elettorale per le amministrative del 2011. «Poi, organizzando merende, ci siamo resi conto che nel quartiere c'era più fame di occasioni e spazi di incontro. Abbiamo messo da parte la politica e continuato a lavorare per il quartiere».
Gli spazi di incontro, in verità, ci
sono anche. Come il Cam di via Verro, centro di aggregazione comunale
dove fanno molte attività a basso costo o gratuite: «dal
Tai Chi alle conferenze sulla musica. C'è una cooperativa che
gestisce un doposcuola per ragazzini. C'era persino il pomeriggio
danzante per gli anziani e un cineforum che non organizzano più, ed
è un vero peccato».
È proprio lì che il Comitato Vigentino x Milano, di cui Francesca è presidente, organizza ogni
secondo sabato del mese un pomeriggio dedicato al bookcrossing e ai
laboratori per bambini: gratuiti, fondamentale per molti qui. Con
materiali da riciclare hanno impaginato libri, piantato fiori,
costruito piccoli acquari in scatola.
In prima linea anche con la rete di
associazioni del territorio, il loro appuntamento fisso però è lo
scambio libri: «Ci sono
200 persone ad ogni incontro, portano libri, ne prendono altri, e poi
ne approfittano per restare l'intero pomeriggio a chiacchierare, fare
merenda, passare il tempo insieme. Dagli anziani agli studenti delle
superiori – spiega Francesca. - Il nostro successo è stato
portare la gente fuori di casa e dare un'alternativa al centro
commerciale».
Ogni volta arrivano persone nuove, ma
sono molti anche quelli che non si perdono nemmeno un appuntamento,
ogni mese da cinque anni. Come Ernesto, un senza dimora che arriva
puntuale ad ogni incontro, in sella a una bicicletta «è
il primo ad arrivare e l'ultimo ad andarsene. E ci ringrazia perché
dice che è la sua unica possibilità per leggere. Ormai è uno di
noi».
(pubblicato su Scarp de' tenis n. 201)
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